Ciao a tutti!
Ho trovato questo sito in internet che mi sembra molto interessante, ve lo segnalo sperando che a qualcuno venga la voglia di informarsi un pò di più:
http://www.sigridloos.com/interculturalita.htm
Vi riporto qui sotto l'introduzione del sito:
"EDUCARE ALL'INTERCULTURALITA'
In una società sempre più multietnica e multiculturale dove le diversità sembrano scontrarsi più facilmente che incontrarsi, si pone la necessità al livello educativo di sensibilizzare le nuove generazioni all'accettazione delle differenze, atteggiamenti e punti di vista dell'altro. Che questo "altro sia straniero, di un' altra religione o semplicemente il copaesano, che la pensa in modo diverso da noi, ha poca importanza. L'ascolto, l'interrogarsi sui nostri stereotipi e pregiudizi, la gestione dei conflitti, il divario fra nord e sud del mondo e il gioco nelle altre culture sono temi che vi propongo in queste pagine come spunti per corsi di aggiornamento da organizzare in loco ."
Mi è venuta questa idea perchè ieri sera stavo proprio parlando con un amico del fatto che non sia facile educare all'interculturalità,soprattutto perchè, nonostante vi siano molte associazioni che operano nel campo, spesso purtroppo non sono conosciute.
Sarebbe bello se questo impegno per educare all'interculturalità partisse proprio da noi giovani.
Spero quindi che questo articolo vi lasci una pulce nell'orecchio!
A presto!
giovedì 29 gennaio 2009
sabato 24 gennaio 2009
"Straniero in classe" di Davide Zoletto...
Ciao a tutti!
Oggi vorrei proporvi un libro sull'interculturalità che mi sembra interessante in quanto tratta il tema dello "straniero" nelle scuole italiane e tutti noi sappiamo come nella società odierna, sempre più "globalizzata", sia normalissimo avere in classe come minimo un compagno proveniente da un Paese diverso dal nostro.
Questo libro si intitola "Straniero in classe" ed è scritto da Davide Zoletto.
Vi propongo un'introduzione al libro che ho trovato in internet:
"Chi è straniero in classe?
La domanda da porsi, aprendo lo studio di Zoletto, è: Chi lo straniero in classe? Ben strana domanda, si dirà. Lo straniero è lo straniero, è l’altro, è chi viene da lontano, è colui per il quale la nostra scuola organizza protocolli di accoglienza, percorsi di apprendimento di italiano come L2 , laboratori pseudo interculturali, ecc…Insomma: noi sappiamo chi è lo straniero. E’ colui che si erge di fronte a noi, colui che attraversa frastornato le nostre classi, colui che deve entrare in mondo per lui nuovo ma per noi notissimo. E noi gli faremo da guida, novelli Virgilio.Ebbene…. tenete a mente la domanda perché alla fine del libro la risposta non sarà poi così scontata. I capitoli del volume si stagliano infatti come un percorso di frontiera dove ad ogni passo sembra di intravedere le stazioni della dogana con le guardie ad interrogare ed a chiedere il passaporto. Accoglienza, prima conoscenza, inserimento, italiano come L2, curricoli, territorio: in ogni passaggio l’indagine di Zoletto evidenzia che "l’integrazione e l’intercultura non sono qualcosa che riguarda gli stranieri, ma riguardano tutti" (pag. 125).In caso contrario il percorso si trasforma in un sentiero di disciplinamento dunzionalista in cui all’altro è chiesto di diventare "adatto" alla scuola italiana senza che questa in nessun modo viva il percorso di straniamento che la interpella."
"Chi è straniero in classe?
La domanda da porsi, aprendo lo studio di Zoletto, è: Chi lo straniero in classe? Ben strana domanda, si dirà. Lo straniero è lo straniero, è l’altro, è chi viene da lontano, è colui per il quale la nostra scuola organizza protocolli di accoglienza, percorsi di apprendimento di italiano come L2 , laboratori pseudo interculturali, ecc…Insomma: noi sappiamo chi è lo straniero. E’ colui che si erge di fronte a noi, colui che attraversa frastornato le nostre classi, colui che deve entrare in mondo per lui nuovo ma per noi notissimo. E noi gli faremo da guida, novelli Virgilio.Ebbene…. tenete a mente la domanda perché alla fine del libro la risposta non sarà poi così scontata. I capitoli del volume si stagliano infatti come un percorso di frontiera dove ad ogni passo sembra di intravedere le stazioni della dogana con le guardie ad interrogare ed a chiedere il passaporto. Accoglienza, prima conoscenza, inserimento, italiano come L2, curricoli, territorio: in ogni passaggio l’indagine di Zoletto evidenzia che "l’integrazione e l’intercultura non sono qualcosa che riguarda gli stranieri, ma riguardano tutti" (pag. 125).In caso contrario il percorso si trasforma in un sentiero di disciplinamento dunzionalista in cui all’altro è chiesto di diventare "adatto" alla scuola italiana senza che questa in nessun modo viva il percorso di straniamento che la interpella."
Buona lettura!
venerdì 23 gennaio 2009
AFS:un'associazione che promuove gli scambi interculturali...
Buonasera a tutti!!
Eccomi nuovamente qua!
Dato che ho parlato della mia esperienza all'estero, vorrei cogliere l'occasione per parlarvi un pò anche dell'associazione che mi ha permesso di vivere questo fantastico anno all'estero.
Molte volte parlando della mia esperienza con diverse persone mi sono sentita dire che loro non conoscevano questa associazione e che se avessero saputo dell'esistenza di tale opportunità si sarebbero buttati anche loro. Io penso che sia un peccato che queste occasioni non vengano colte, poichè capitano una sola volta nella vita.
Dunque, l'associazione con la quale sono partita per l'Honduras si chiama AFS. Si tratta di una ONLUS, la quale organizza scambi con l'estero da più di 50 anni e il cui unico scopo è l'interscambio tra culture differenti, al fine di sensibilizzare i giovani. Non vi è nessuno scopo di tipo economico, poichè è gestita in gran parte a livello di volontariato. Molti giovani collaborano alla gestione dell'associazione, io faccio parte di questi giovani e vi assicuro che è un'eperienza fantastica! Ed anche le famiglie all'estero ospitano per il puro piacere di farlo.
In Italia, AFS dà la possibilità di vivere questo anno all'estero durante la quarta superiore, con iscrizione e selezioni durante il terzo anno. Se conoscete quindi ragazzi che rientrano in questa fascia d'età proponete loro di informarsi, potrebbero vivere un'esperienza indimenticabile!!
Grazie per l'attenzione!Sono disponibile qualora voleste saperne di più!
Eccomi nuovamente qua!
Dato che ho parlato della mia esperienza all'estero, vorrei cogliere l'occasione per parlarvi un pò anche dell'associazione che mi ha permesso di vivere questo fantastico anno all'estero.
Molte volte parlando della mia esperienza con diverse persone mi sono sentita dire che loro non conoscevano questa associazione e che se avessero saputo dell'esistenza di tale opportunità si sarebbero buttati anche loro. Io penso che sia un peccato che queste occasioni non vengano colte, poichè capitano una sola volta nella vita.
Dunque, l'associazione con la quale sono partita per l'Honduras si chiama AFS. Si tratta di una ONLUS, la quale organizza scambi con l'estero da più di 50 anni e il cui unico scopo è l'interscambio tra culture differenti, al fine di sensibilizzare i giovani. Non vi è nessuno scopo di tipo economico, poichè è gestita in gran parte a livello di volontariato. Molti giovani collaborano alla gestione dell'associazione, io faccio parte di questi giovani e vi assicuro che è un'eperienza fantastica! Ed anche le famiglie all'estero ospitano per il puro piacere di farlo.
In Italia, AFS dà la possibilità di vivere questo anno all'estero durante la quarta superiore, con iscrizione e selezioni durante il terzo anno. Se conoscete quindi ragazzi che rientrano in questa fascia d'età proponete loro di informarsi, potrebbero vivere un'esperienza indimenticabile!!
Grazie per l'attenzione!Sono disponibile qualora voleste saperne di più!
giovedì 22 gennaio 2009
Legami che non si scordano mai...Vi voglio bene!
Ciao a tutti!
Negli ultimi interventi ho parlato di argomenti generali riguardanti il tema di discussione che ho voluto proporre, sta volta vorrei soffermarmi più sulla mia esperienza personale ritornando al mio anno all'estero.
Proprio ieri mi è capitato di parlare con quella che potrei definire la mia migliore amica honduregna..è una persona fantastica con la quale ho condiviso tantissimo durante il mio anno vissuto là...si è aperta molto nei miei confronti e abbiamo così stretto un legame che mi rimarrà dentro per tutta la vita.
Insieme abbiamo riso..scherzato e vissuto momenti indimenticabili e abbiamo anche pianto. Quello che più mi è rimasto nel cuore e nella mente è stato vederla piangere il giorno della mia partenza. Era la prima volta in un anno che la vedevo piangere.
Penso che sia una delle persone che più ha segnato e cambiato la mia vita. Sono stata contentissima di parlare di nuovo con lei ieri e ogni volta che la sento non smette mai di dirmi di tornare a trovarla. Ci andrò. Appena ne avrò l'occasione. Non vedo l'ora di poter riabbracciare lei e tutte le persone fantastiche che hanno cambiato la mia vita!!
Ho voluto raccontarvi quest'esperienza per farvi capire come spesso persone che sembrano così lontane e diverse da noi, le quali non si immaginerebbe mai di poter conoscere, diventano alcune tra le persone più importanti della nostra vita!
Questo era più che altro un intervento "nostalgico", un'occasione per poter ringraziare tutte queste persone così lontane eppure per me così importanti!!
Alla prossima!
P.S:quelle nella foto siamo io e Thelma, la mia migliore amica honduregna!
martedì 13 gennaio 2009
E per quanto riguarda la questione religiosa?
Mi è venuto in mente un altro importante spunto di riflessione ampiamente discusso nella nostra società:la questione religiosa.
C'è stato un periodo in cui in Italia, in seguito alle rivendicazioni di famiglie di alunni sranieri, si è parlato a lungo del "problema crocifisso", toglierlo o no dalle scuole pubbliche?
Dobbiamo tenere in conto che l'Italia ufficialmente è uno stato laico, nonostante questo, molte persone non erano disposte a rinunciare alla presenza del crocifisso nelle aule.
Vorrei sapere la vostra opinione a riguardo.
Scrivete in tanti che ultimamente i commenti scarseggiano!
Alla prossima!
Occhio ai termini!!
Ciao a tutti!
Oggi volevo parlarvi di un errore molto comune riguardante i termini "interculturalità" e "multiculturalità".Spesso questi due termini vengono usati come sinonimi, in realtà è opportuno sapere che queste due parole non sono affatto sinonimi e che non vanno confuse.
La prospettiva interculturale, infatti, tende a valorizzare le diversità esistenti tra culture, riconoscendole come una grande risorsa dalla quale possono derivare possibilità di scambi, arricchenti per entrambe le persone partecipanti all'interazione.
La prospettiva multiculturale invece, sostenuta essenzialmente dai fondamentalisti, sostiene che tra le culture non ci debba essere nessun tipo di scambio, in quanto l'identità nazionale va salvaguardata.
Dunque attenzione a non confondere i termini e se ne sentite parlare alla televisione ricordate che vi è tra essi una profonda differenza!
Buona giornata a tutti!
Oggi volevo parlarvi di un errore molto comune riguardante i termini "interculturalità" e "multiculturalità".Spesso questi due termini vengono usati come sinonimi, in realtà è opportuno sapere che queste due parole non sono affatto sinonimi e che non vanno confuse.
La prospettiva interculturale, infatti, tende a valorizzare le diversità esistenti tra culture, riconoscendole come una grande risorsa dalla quale possono derivare possibilità di scambi, arricchenti per entrambe le persone partecipanti all'interazione.
La prospettiva multiculturale invece, sostenuta essenzialmente dai fondamentalisti, sostiene che tra le culture non ci debba essere nessun tipo di scambio, in quanto l'identità nazionale va salvaguardata.
Dunque attenzione a non confondere i termini e se ne sentite parlare alla televisione ricordate che vi è tra essi una profonda differenza!
Buona giornata a tutti!
lunedì 12 gennaio 2009
Il mediatore culturale...
Scrivendo l'intevento precente mi è venuto in mente un altro importante tema trattato nel libro di testo che ho citato.Dunque vorrei chiedervi, quanti di voi conoscono la professione del/la mediatore/mediatrice culturale?
Nel libro di cui vi ho parlato, viene descritto il percorso e gli sviluppi svolti per arrivare al riconoscimento di tale professione, inizialmente sottovalutata.
Al giorno d'oggi si sta cercando di lavorare per migliorare alcuni aspetti dia tale professione ancora non totalmente definiti. Per esempio vi è una cooperativa sociale la quale organizza ogni 15 giorni riunioni di equipe composte da mediatori ed educatori i quali ragionano insieme sul lavoro svolto e si sostengono e consigliano a vicenda per rendere il loro lavoro sempre più efficace.
Io penso che una volta definito il ruolo del mediatore, esso potrebbe essere una figura molto importante all'interno di una società come quella odierna.
La mediazione di tale figura professionale potrebbe contribuire ad attenuare conflitti e migliorare la situazione di molti giovani e famiglie immigrate.
Nel testo si cita per esempio il film "Sognando Beckam", quanti di voi lo conoscono?
In questo film, grazie all'intevento di autoctoni, la giovane ragazza indiana riesce alla fine a coronare il suo sogno di diventare calciatrice.
Voi cosa ne pensate?Ritenete che quella del mediatore culturale potrebbe essere una figura effiace?
Fatemi sapere la vostra opinione!
Alla prossima..
Nel libro di cui vi ho parlato, viene descritto il percorso e gli sviluppi svolti per arrivare al riconoscimento di tale professione, inizialmente sottovalutata.
Al giorno d'oggi si sta cercando di lavorare per migliorare alcuni aspetti dia tale professione ancora non totalmente definiti. Per esempio vi è una cooperativa sociale la quale organizza ogni 15 giorni riunioni di equipe composte da mediatori ed educatori i quali ragionano insieme sul lavoro svolto e si sostengono e consigliano a vicenda per rendere il loro lavoro sempre più efficace.
Io penso che una volta definito il ruolo del mediatore, esso potrebbe essere una figura molto importante all'interno di una società come quella odierna.
La mediazione di tale figura professionale potrebbe contribuire ad attenuare conflitti e migliorare la situazione di molti giovani e famiglie immigrate.
Nel testo si cita per esempio il film "Sognando Beckam", quanti di voi lo conoscono?
In questo film, grazie all'intevento di autoctoni, la giovane ragazza indiana riesce alla fine a coronare il suo sogno di diventare calciatrice.
Voi cosa ne pensate?Ritenete che quella del mediatore culturale potrebbe essere una figura effiace?
Fatemi sapere la vostra opinione!
Alla prossima..
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